Investire fuori dagli schemi… ha senso? (parte 2)

Scritto il 27/01/2023
da Francesco Arnone


Nella precedente Lettera ci siamo lasciati con il concetto che una “protezione” a prova di bomba, da tutto e sempre deve ancora essere inventata.

E ti ho accennato a qualcosa di interessante, a proposito di protezione del patrimonio, che è stato scritto nel libro di Barton Biggs, “Wealth, War and Wisdom” (Ricchezza, Guerra e Saggezza).

Biggs è stato un pezzo grosso di Wall Street con una carriera di oltre 30 anni nella banca d’investimenti Morgan Stanley e che, al suo “ritiro”, ha fondato un hedge fund dove è rimasto alla guida fino alla sua morte nel 2012. 

Biggs è diventato celebre anche come autore di diversi libri incentrati sulla sua esperienza a Wall Street e sugli investimenti in generale. 

Wealth, War e Wisdom” sembra essere proprio il libro giusto da leggere in questo periodo. 

Come suggerisce il titolo, in questo libro Biggs parla di come nella storia moderna (soprattutto nel ventesimo secolo) le persone con grossi patrimoni sono riuscite a proteggere la propria ricchezza (e anche di come l’hanno persa). 

È una chicca per chi è appassionato di storia ed economia, ma più in generale è interessante per chiunque abbia un patrimonio “da proteggere” ed è curioso di capire le dinamiche che collegano i mercati finanziari agli sviluppi sociali e geopolitici. 

Biggs esamina la performance di diverse asset class (quali azioni, obbligazioni, oro e immobili) per capire come si sono comportate durante periodi particolarmente turbolenti, ovvero durante alta inflazione, depressione economica, collasso sociale, guerra e così via. 

Anche se non è un riassunto esaustivo, ti elenco in breve le conclusioni tirate da Biggs sulle principali asset class:

  • gli “hard asset”, come gli immobili e i terreni, e gli “investimenti alternativi”, come vini pregiati ed opere d’arte, possono rivelarsi beni di grande valore da possedere in tempi inquieti. Il grande “però” è che si tratta di beni spesso illiquidi, difficili (o impossibili) da vendere e da trasportare e soggetti al danneggiamento, al furto o alla confisca.

  • L’oro e l’argento in teoria rientrano tra gli “investimenti alternativi”, ma li considero una categoria a sé, in quanto l’oro e l’argento da investimento hanno un mercato regolamentato e con un prezzo ufficiale a livello globale. Biggs afferma che, durante i periodi di vera emergenza, l’oro si è rivelato un asset fondamentale per preservare una porzione del proprio patrimonio. Però, anche Biggs mette in guardia dalle limitazioni e dai pericoli del custodirlo nella cassetta di sicurezza di una banca. Le opzioni possibili rimarrebbero avere la propria cassetta (per avere il proprio oro sempre a portata di mano) o depositarlo in un “paradiso” neutrale, come lo era la Svizzera (lo è ancora ma meno di prima). Visto che si parla di scenari davvero estremi, Biggs fa notare anche come durante periodi davvero critici (ad esempio, il post-guerra in Germania), semplici vestiti e alimenti assunsero molto più valore di qualsiasi moneta o lingotto d’oro (dopotutto, l’oro non si mangia e le persone per sopravvivere hanno bisogno di mangiare e coprirsi).

  • Le obbligazioni (soprattutto quelle governative) si sono dimostrati strumenti molto poco efficaci nel preservare la ricchezza, in particolare durante periodi di alta inflazione e per le obbligazioni emesse dai Paesi che si trovarono sul “lato sbagliato della storia” (come quelle tedesche, italiane e giapponesi nel periodo della Seconda guerra mondiale). Nei Paesi “vincenti”, come Usa e Gran Bretagna, le obbligazioni hanno performato meglio, rimanendo liquide e soggette ad una volatilità relativamente contenuta, ma a livello di rendimento non si avvicinano nemmeno all’ultima asset class che vediamo.

  • L’azionario, come forse già ti potevi immaginare, si è rivelato essere il miglior preservatore di ricchezza nel lungo termine e sono d’accordo con Biggs, quando sostiene che dovrebbe essere il fulcro del portafoglio di qualsiasi investitore. Nonostante questo, l’azionario non è privo di “però”. Infatti, in periodi critici i mercati azionari sono soggetti a crolli anche molto profondi ed in caso di casini epocali c’è il rischio che certi mercati azionari diventino illiquidi. Al di là di scenari estremi, un’altra cosa alla quale Biggs invita a prestare attenzione è il fatto che, qualsiasi sia il Paese in cui ci si trovi, è importante diversificare i propri investimenti azionari. Infatti, non esistono titoli “invincibili” (in grado di crescere per sempre) perché sono virtualmente inesistenti le aziende che riescono a rimanere per diversi decenni delle eccellenze con un vantaggio competitivo incontrastato. Ad esempio, nel 1917 Forbes pubblicò la lista delle 100 aziende americane più grandi e poi nel 1987, andò a revisionare quella stessa lista. 61 di quelle aziende non erano più in attività per un motivo o per l’altro, 21 erano ancora in piedi ma non avevano più i requisiti per essere tra le top e le restanti 18, nonostante abbastanza grandi da rimanere nella top 100, avevano tutte sottoperformato il mercato generale. 

  • Biggs fa cenno ad un altro importante “asset” che si rivela di enorme valore in fasi turbolente. Il capitale umano. Il proprio capitale umano ha un insostituibile valore già in periodi prosperi della storia, ma in fasi di emergenza assume una rilevanza ancora maggiore. Possedere le capacità, le abilità e la professione che il mercato cerca e remunera è il miglior modo per riuscire a preservare la propria ricchezza, oltre al fatto che si tratta di qualcosa che nessuno ti può confiscare o togliere.

Il tuo capitale umano rimarrà per sempre tuo, ovunque tu vada, ed è sempre in tuo controllo la possibilità di incrementarlo e differenziarlo

Per concludere, se ti dà un senso di protezione, comprare un po’ di oro o argento fisico non è sbagliato (non è sbagliato nemmeno sotto l’ottica della diversificazione, se hai un patrimonio rilevante). 

Però, si tratta di investimenti “marginali” rispetto a quelli azionari (e obbligazionari), che devono sempre costituire lo zoccolo duro del patrimonio di qualsiasi investitore. 

Attenzione a fare scelte troppo “fuori dagli schemi” quando sono in ballo i tuoi soldi.

Alla prossima,

Francesco